mercoledì 8 settembre 2010
sabato 4 settembre 2010
articolo da Repubblica di qualche anno fa...
nel cervello scatta l'effetto doping
Test su migliaia di studenti americani nei primi mesi di relazione
DAL nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI
LONDRA - William Shakespeare lo sosteneva già quattro secoli or sono, ma adesso giunge una conferma scientifica: "innamorato pazzo" non è un modo di dire. L'amore è davvero una follia, un'autentica forma di malattia, un cocktail di manie, demenza e ossessione che sconvolge il normale funzionamento del cervello, spingendoci a comportamenti irrazionali, insoliti, incomprensibili, come comporre cento volte di seguito lo stesso numero telefonico, scoppiare a piangere per un nonnulla, perdere improvvisamente l'appetito, che visti dall'esterno possono essere scambiati per una psicosi.
La prova, secondo una ricerca condotta da eminenti neurologi, si trova in una regione del cervello che agisce da termometro delle nostre passioni: dentro la quale, in presenza di un innamoramento, si scatena una tempesta di dopamina, una sostanza chimica prodotta quando desideriamo o aspettiamo un qualche tipo di ricompensa emotiva. Succede agli sportivi, agli scommettitori, ai tossicodipendenti e - ora lo sappiamo - anche alle vittime di Cupido: che possiamo dunque chiamare, sia ben chiaro senza intenzione di offendere, "dopati" d'amore.
Lo studio pubblicato dal Journal of Neurophysiology riferisce un esperimento condotto da specialisti di New York e del New Jersey a cui si è sottoposto un gruppo di studenti universitari, tutti nelle prime settimane o nei primi mesi di "love story".
Attraverso migliaia di immagini del cervello, ricavate con uno scanner, i ricercatori hanno stabilito che: 1) l'amore romantico deriva da una regione del cervello differente da quella dell'eccitazione sessuale; 2) in termini neurologici, l'innamoramento è simile alla fame, alla sete o al desiderio di droga da parte di un tossico; 3) con il passare del tempo, la tempesta di dopamina gradualmente si riduce, pur senza scomparire del tutto (perlomeno non scompare dopo due anni, non sono disponibili dati su relazioni sentimentali più lunghe); 4) essere lasciati dal proprio innamorato ha un effetto neurologico simile o più forte di quello provocato dalla prima scintilla d'amore.
La ricerca degli scienziati americani non è la prima di questo genere: neurologi dell'università di Pisa, guidati dalla dottoressa Donatella Marazziti, erano giunti alla stessa conclusione per una via diversa, dimostrando che l'amore fa "ammattire" perché abbassa i livelli di serotonina, una sostanza con l'effetto di un calmante; e un altro studio, svolto dall'University College di Londra, aveva rilevato che i circuiti neurali si modificano durante l'innamoramento, facendo vedere a entrambi "tutto rosa", ossia celando difetti e mancanze reciproche. A proposito: il nuovo esperimento indica tra l'altro che, quando un amore finisce, i circuiti neurali restano intatti, pronti a riaccendersi in presenza di un nuovo amore. La "febbre", commenterebbe il grande bardo, sale, scende e poi, con un po' di fortuna, torna a salire un'altra volta.
martedì 31 agosto 2010
Assignment 9
venerdì 20 agosto 2010
Ho dormito con te tutta la notte
Tutta la notte ho dormito con te
vicino al mare, nell'isola.
Eri selvaggia e dolce tra il piacere e il sonno,
tra il fuoco e l'acqua.
Forse assai tardi
i nostri sogni si unirono,
nell'alto o nel profondo,
in alto come rami che muove uno stesso vento,
in basso come rosse radici che si toccano.
Forse il tuo sogno
si separò dal mio
e per il mare oscuro
mi cercava,
come prima,
quando ancora non esistevi,
quando senza scorgerti
navigai al tuo fianco
e i tuoi occhi cercavano
ciò che ora
- pane, vino, amore e collera -
ti do a mani piene,
perché tu sei la coppa
che attendeva i doni della mia vita.
Ho dormito con te
tutta la notte, mentre
l'oscura terra gira
con vivi e con morti,
e svegliandomi d'improvviso
in mezzo all'ombra
il mio braccio circondava la tua cintura.
Né la notte né il sonno
poterono separarci.
Ho dormito con te
e svegliandomi la tua bocca
uscita dal sonno
mi diede il sapore di terra,
d'acqua marina, di alghe,
del fondo della tua vita,
e ricevetti il tuo bacio
bagnato dall'aurora,
come se mi giungesse
dal mare che ci circonda.
---Pablo Neruda---
giovedì 19 agosto 2010
mercoledì 11 agosto 2010
Cantorum
Il Cantico dei Cantici o semplicemente Cantico ( שיר השירים, shìr hasshirìm, Cantico sublime) è un testo contenuto nella Bibbia ebraica e cristiana.È scritto in ebraico e, secondo l'ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la redazione definitiva del libro è avvenuta in Giudea nel V-III secolo a.C. ad opera di un autore ignoto, sulla base di qualche testo più antico (risalente forse X secolo a.C.).È composto da 8 capitoli contenenti poemi d'amore (con alcune implicite allusioni erotiche) in forma dialogica tra un uomo (anonimo) e una donna ("Sulammita").
]Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
[7]Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
sabato 7 agosto 2010
Assignment 8
Ho già accennato della mia esperienza personale con le Open resources nell'assignment 7; certamente positiva, riuscì a trovare video sull'evoluzione dell'embrione fatti veramente bene, oltre a immagini ben selezionate e una spiegazione sottotitolata in inglese veramente accurata. ( ho postato i link nell'ass. 7). Credo che il loro contributo nel superamento dell'esame sia stato notevole; quindi è molto utile ricordarsi delle Open Resources nei momenti di buio profondo!!!
Mi è piaciuto molto l '"Open Courseware Consortium ", ho trovato interessanti testi e tracce audio sulla medicina e sulla salute pubblica nella storia americana.